Dal suo esordio, iniziato nel dicembre del 2011, il gruppo ?OFFICINA 21F? assembla volutamente pezzi di circostanze quotidiane con oggetti stipati in ogni dove. Il figurativo, quando presente, ? silenzioso, penetrante. Teatrale, come teatrale ? la vita delle genti, ? la loro composizione. Quella di ?OFFICINA 21F? ? una fotografia creativa, articolata da incongruenze volute ma libera in immaginazione. Sorprende la scelta tematica dell?unicit? del racconto fotografico che non va oltre la singola opera fotografica. In un primo momento sembra che la narrativa sia assente ma a ben guardare il filo conduttore non si trova nell?opera in s? ma nelle emozioni degli astanti; emozioni che vengono sottratte, veicolate da una geometria compositiva sottilmente aguzza. Sono immagini a ?specchio? messe al mondo da una frattura equivoca.
Il gruppo di fotografia indipendente ?OFFICINA 21F? nasce a Tivoli (Rm) il 21 dicembre 2011. Nella sua prima formazione d?esordio troviamo al suo interno Verdiana Proietti e Silvia Cioffarelli. Due fotografe emergenti originarie di Ciciliano (Rm). Le stesse, in seguito, lasceranno per divergenze operative e sperimentali il collettivo nel marzo del 2014.
Attualmente il gruppo ? composto da Lucas Meloni, Roberto Angeletti, Cristiano Canestrari, Annarita Coccia e Gianni Boattini.
Lucas Meloni, Roberto Angeletti e Gianni Boattini sono stati con Verdiana Proietti e Silvia Cioffarelli i fondatori materiali ed esecutivi di ?OFFICINA 21F?. Successivamente, entreranno a far parte del gruppo Cristiano Canestrari e Annarita Coccia.
In questa mostra, non saranno presenti, per ragioni puramente organizzative, i lavori di Alessandra Poggi. Una delle ultime acquisizioni di ?OFFICINA 21F? avvenuta di recente.
?OFFICINA 21F? ? una realt? che riunisce fotografi di provenienze stilistiche e tematiche diverse tra loro ma che assolvono, nella loro diversit?, il progetto sperimentale deciso sul nascere. In questa sua prima fase di ricerca ?OFFICINA 21F? domanda ai suoi componenti di rendere speculare e delebile la razionalit?.
Il gruppo di fotografia indipendente ?OFFICINA 21F? ha gi? al suo attivo numerose mostre e iniziative che si sono concretizzate, nel tempo, dal 2011 ad oggi. Ha esposto per ben due volte presso la galleria d?arte ?Spazio 40? (Roma) ottenendo un successo di pubblico inaspettato. Nel maggio del 2013 si esibisce presso la nota Scuola Permanente di Fotografia ? Graffiti (Roma). Nel giugno del 2012 espone presso lo spazio espositivo del Comune di La Bastidonne in Francia.
La collettiva del Gruppo di Fotografia 21 F, in mostra presso Spazio Ginko, racchiude in s? lavori provenienti da esperienze fotografiche diverse che , come raccontano gli stessi fotografi si ricollegano ad una ricerca e ad un filo conduttore che “non si trova nell’opera in s? ma nelle emozioni degli astanti”. Gli sguardi silenziosi, osservano immobili ci? che c’? fuori dalla scena, con gesti sospesi o pose ieratiche. Non corpi idealizzati ma veri e crudi, in cui la normalit? e quotidianit? vengono trasposte in un’atmosfera rarefatta, enigmatica, che sfiora la metafisica di De Chirico.
Come afferma uno dei componenti del gruppo, Gianni Boattini: “I nostri scatti vivono sul confine, tra follia e realt?! Sottilissima e inevitabile pu? essere la somiglianza ad opere del passato…sempre se diamo credito ad un “passato” temporale.” Parliamo allora di una fotografia atemporale in cui oggetti e persone dialogano, si mescolano e si allontanano nello spazio fotografico, mantenendo comunque una continuit?: continuit? geometrica data dalle composizioni stesse. Geometria suggerita ancora dal bilanciamento, dal contrasto e gioco tra bianchi e neri cos? che la scelta dell’assenza del colore focalizzi la sperimentazione del fotografo e l’attenzione dell’osservatore verso linee spezzate, composizioni e vuoti e pieni di luci e ombre. Proprio questi ultimi sono i protagonisti che come al di sopra di un palco illuminano i volti, dettagli o espressioni. Le ombre invece, che nascono dai confini della scena di ripresa, che talune volte delineano altre figure umane, conferiscono ancora pi? enigmaticit? e dinamismo, opponendosi alla staticit? del soggetto ripreso, accentuando quel senso di inquietante teatralit?.
di Chiara Mastroianni